giovedì 30 giugno 2016

In ricordo di Rino Daus





Oggi una delegazione dei militanti di CASAGGì Siena ha reso omaggio al primo caduto fascista senese: Rino Daus.

Questa mattina la Città era febbricitante, le bandiere colorano le vie, il tufo in Piazza si appresta ad assorbire i colpi fragorosi degli zoccoli dei cavalli e i contradaioli fremono per l’attesa. Non potevamo però non rivolgere un pensiero a Rino Daus caduto nel 1921 a Grosseto quando i fasci toscani tentarono, riuscendoci, di abbattere l’ultima roccaforte rossa della Toscana.
Rino era un senese di adozione, nato a Perugia nel 1900, Siena lo accolse dall’età di sette anni fino a quel 29 giugno 1921 quando, a Grosseto, durante un turno di guardia vide degli estranei ai quali intimò l’alt, essi gridarono “eja, eja, eja, alalà” e Rino gli andò incontro. Quel saluto era però la trappola ordita da coloro che vilmente lo freddarono, come era pratica ricorrente (e lo sarà anche nel futuro), a tradimento dileguandosi poi il più velocemente possibile.
Dopo quell’evento tutti i fascisti toscani si mobilitarono ed entrarono a Grosseto, occupandola e mettendo fine così allo strapotere rosso. Infatti gli iscritti al fascio locale, una decina, venivano costantemente vessati dai socialisti, comunisti e dalle istituzioni cittadine.
Rino Daus rappresenta il prototipo del militante modello: giovane, ardito, scevro da ogni arrivismo ma sposato alla causa tanto da donargli la propria vita. Quel giorno poteva starsene tranquillamente nella sua Siena a godersi l’attesa per il Palio invece decise, seppur cieco da un occhio perso in un precedente scontro a fuoco a Montalcino, di andare in soccorso dei camerati maremmani.
Il suo sacrificio è per noi esempio.


Così descrive gli eventi “La Scure” rivista ufficiale della Federazione dei Fasci Senesi:

« Rino Daus si trovava nel pomeriggio del 29 con altri compagni presso la ferrovia del paese, per vigilanza. Scorti degli individui armati, fu dato il segnale d'allarmi. Questi hanno gridato in direzione dei fascisti il grido nostro: eja, eja, eja, alalà, avanzandosi. Il povero Rino andava loro incontro. Ad un certo momento una scarica di schioppettate lo colpiva al cuore, fulminandolo. E cadeva così nel tradimento più vile che si possa immaginare e che caratterizza ormai in modo indiscutibile l'attività del partito della delinquenza italiana, formato da disertori, da ladri, da spie, da briganti. E come tali subiranno la nostra legge. »