martedì 27 ottobre 2015

La "Buona Scuola" è una cagata pazzesca!

Questa mattina i nostri militanti hanno distribuito un migliaio di volantini agli studenti dell'Istituto Sarrocchi di Siena contro la "buona scuola" di Renzi e del Ministro Giannini.
Nuovo governo, nuova Riforma della Scuola. Ogni volta è la stessa musica: le esigenze degli studenti sono messe in secondo piano e i problemi che affliggono il mondo dell’Istruzione restano tali e quali.
La coppia Renzi-Giannini ha partorito la “Buona Scuola”, che ha già suscitato feroci polemiche: poche novità in merito alle decine di migliaia di insegnanti precari e potere spropositato al Preside, vero sceriffo della scuola: una prospettiva disarmante per i tanti Istituti nei quali questa figura si è fatta conoscere per parzialità e faziosità. Il raccordo tra scuole e imprese, poi, non lascia spazio all’immaginazione: si è aperta la strada all’aziendalizzazione della scuola, sempre più soggetta ai ritmi serrati e alle feroci regole del mercato, annientando missione educativa che la scuola dovrebbe preservare.
Una riforma che ricalca le volontà dei “poteri forti”: creare masse addomesticate e silenti, greggi senza identità e senza certezze, privati delle proprie radici e dei propri miti, degli slanci e delle speranze che ogni sana generazione dovrebbe avere.
L’edilizia scolastica, che avrebbe dovuto avere la priorità, non sembra aver subito accelerazioni: le strutture continuano ad essere fatiscenti, mentre sono inesistenti investimenti seri sulla ricerca e sull’aggiornamenti degli strumenti utili all’insegnamento.
La “Buona Scuola” è la negazione di ciò che il mondo dell’Istruzione dovrebbe essere: una comunità educante lontana dal nozionismo e dal tecnicismo; la manifestazione di una Civiltà che affonda le radici nella storia di Roma e di Atene, che parla la lingua di Dante, che contempla la bellezza di Michelangelo e di Botticelli, la filosofia di Marco Aurelio e di Gentile, la terribile voglia di scoprire la vita e di edificarla nella palestra del pensiero e dell’azione.

Non puoi restare indifferente: è il momento di schierarsi!

venerdì 23 ottobre 2015

Il centenario della morte di Filippo Corridoni (eroe dimenticato)


Di Mario Bozzi Sentieri (Barbadillo.it)

Il 23 e 24 ottobre l’Ugl ricorda Filippo Corridoni a 100 anni dalla morte di uno dei padri fondatori del sindacalismo rivoluzionario italiano e figura a cui si è ispirata la Cisnal-Ugl fin dalla sua nascita”.
Lo annuncia la segreteria generale dell’Ugl, spiegando che “l’Ugl Friuli Venezia Giulia ha organizzato per   venerdì 23 ottobre, alle ore 17, un incontro pubblico a Trieste dal titolo ‘Noi guardiamo in alto, noi guardiamo a Filippo Corridoni’, presso il Centro Conferenze Studio Erre in via Fabio Severo 14/b. Previsti gli interventi degli storici Mario Bozzi Sentieri e Andrea Butturini; modera il segretario regionale dell’Ugl Friuli Venezia Giulia, Matteo Cernigoi. Sabato 24 ottobre, alle ore 11.00, si terrà una cerimonia di commemorazione con la partecipazione del segretario generale Ugl, Francesco Paolo Capone, al Cippo Corridoni presso la Trincea delle Frasche, a Fogliano di Redipuglia, dove il sindacalista perse la vita durante la Prima Guerra Mondiale.
La figura di Corridoni, purtroppo, molto spesso è conosciuta soltanto perché a lui sono intitolate piazze, scuole e vie in molte città d’Italia, mentre della storia della sua vita pochi ne sono realmente a conoscenza.
Un’esistenza, la sua, breve ma intensa, iniziata nel 1887 a Pausula, un paese in provincia di Macerata, che egli dedicò fin da giovanissimo all’impegno come sindacalista “rivoluzionario” tanto che per le sue idee, gli scioperi e le manifestazioni da lui organizzati, oltre che per i suoi articoli “scottanti” pubblicati su “La conquista” e “L’internazionale”, venne arrestato numerose volte.
Corridoni, tra l’altro, era uno straordinario oratore che sapeva conquistare con le sue parole chiunque lo ascoltasse. Nel 1914, dopo aver fondato con altri compagni il Fascio rivoluzionario d’azione internazionalista, venne nuovamente rinchiuso nel carcere di San Vittore, dove scrisse un’opera significativa dal titolo ‘Sindacalismo e Repubblica’, nel quale è concentrato tutto il pensiero politico e sindacale del Corridoni.
Nella premessa al testo l’autore incitò i compagni ad ottenere a tutti i costi gli obiettivi che si erano prefissati; scriveva, infatti: “Non basta avere la metà, bisogna raggiungerla. Siamo noi sulla buona strada o stiamo sciupando le nostre fresche energie in viottoli senza uscite?”.
Una volta liberato, seppur molto debole per la tisi che già da qualche anno avanzava inesorabile nel suo corpo, egli decise di partire come volontario sul fronte. Nell’ottobre 1915, pochi giorni prima di morire, Corridoni sembrava già prevedere quale sarebbe stata la sua fine: in una lettera ad Arturo Rossato, infatti, scrisse: “Morirò in una buca, contro una roccia, o nella corsa di un assalto, ma, se potrò, cadrò con la fronte verso il nemico come per andare più avanti ancora”.
Accade proprio così: il 23 ottobre 1915, alla Trincea delle Frasche, morì col viso rivolto verso gli austriaci e, come scrisse qualche anno dopo l’amico Amilcare De Ambris, il suo corpo “scomparve nella mischia senza essere più ritrovato, come nelle storie leggendarie degli eroi”.


mercoledì 14 ottobre 2015

Ius Soli passa alla camera: vergogna nazionale



da azionetradizionale.com

E’ ufficialmente cominciata la nuova ondata di attacchi a tutto ciò che è Identità. Il “passo in avanti” che ci chiedeva tutto l’Occidente è arrivato, con l’approvazione della Camera alla legge sulla cittadinanza, che introduce lo Ius Soli al posto dello Ius Sanguinis.
E oggi in parlamento si discute delle unioni civili…

(www.repubblica.it)- Sì dell’Aula della Camera alla nuova legge sulla cittadinanza. Il testo, approvato con 310 sì, 66 no e 83 astenuti, passa al Senato. I deputati della Lega hanno urlato “Vergogna!”. Quelli del Pd hanno applaudito. Al voto finale si sono astenuti i deputati M5S, mentre contro il testo hanno votato quelli di Lega, Fdi e Fi. Forza Italia non ha votato compatto.

Addio quindi allo ius sanguinis, via libera allo ius soli temperato e allo ius culturae: sono queste le nuove fattispecie per l’acquisto della cittadinanza italiana da parte dei minori stranieri, introdotti dalla proposta di legge approvata oggi dalla Camera.

Ius soli temperato. Acquista la cittadinanza per nascita chi è nato nel territorio della repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Per ottenere la cittadinanza c’è bisogno di una dichiarazione di volontà espressa da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età. Se il genitore non ha reso tale dichiarazione, l’interessato può fare richiesta di acquisto della cittadinanza entro due anni dal raggiungimento della maggiore età. Quanto allo ius soli previsto dalle norme attuali, relative allo straniero nato e residente in italia legalmente senza interruzioni fino a 18 anni, il termine per la dichiarazione di acquisto della cittadinanza viene aumentato da uno a due anni dal raggiungimento della maggiore età.

Niente ius soli per i cittadini europei. La nuova fattispecie di acquisto della cittadinanza per nascita non sarà applicabile ai cittadini europei, in quanto possono essere titolari di permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo solo i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea.

Dubbi sul permesso di soggiorno Ue. Tale permesso è rilasciato allo straniero cittadino di Stati non appartenenti all’Unione europea in possesso da almeno cinque anni, di un permesso di soggiorno in corso di validità; reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale; disponibilità di alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge; superamento di un test di conoscenza della lingua italiana. Non hanno diritto al permesso gli stranieri che: soggiornano per motivi di studio o formazione professionale; soggiornano a titolo di protezione temporanea o per motivi umanitari; hanno chiesto la protezione internazionale e sono in attesa di una decisione definitiva circa tale richiesta; sono titolari di un permesso di soggiorno di breve durata; godono di uno status giuridico particolare previsto dalle convenzioni internazionali sulle relazioni diplomatiche.

Ius culturae. Può ottenere la cittadinanza il minore straniero, che sia nato in Italia o sia entrato nel nostro Paese entro il compimento del dodicesimo anno di età, che abbia frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Nel caso in cui la frequenza riguardi il corso di istruzione primaria, è necessaria la conclusione positiva di tale corso. La richiesta va fatta dal genitore, cui è richiesta la residenza legale, oppure dall’interessato entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.

Norma transitoria. Le nuove norme si applicheranno anche ai 127mila stranieri in possesso dei nuovi requisiti ma che abbiano superato, al momento di approvazione della legge, il limite di età dei 20 anni per farne richiesta. Il ministero dell’Interno avrà sei mesi di tempo per rilasciare il nulla osta.

giovedì 8 ottobre 2015

STOP GENDER!


Affissione di volantini nelle scuole materne, elementari e medie di Siena e provincia contro la teoria gender.

La Riforma voluta dal governo, nonostante le raccomandazioni e le minacce del Mininistro Giannini, apre la strada alla diffusione nelle scuole della teoria del gender. Quest’ultima, ormai affermata in molti paesi occidentali, è un’ideologia che fonda la propria essenza sulla convinzione che non esistano uomini e donne, ma comportamenti sociali in grado di stabilire – a piacimento – l’identità sessuale della persona. Questo attacco alla sessualità e ai suoi generi – maschile e femminile – è una manipolazione dell’essere umano e della sua natura, una mutazione antropologica che viene promossa dalle grandi lobby con un bombardamento mediatico e culturale. Negli ultimi anni abbiamo assistito al tentativo, già in atto, di far scomparire i termini “madre” e “padre” dall’utilizzo quotidiano per convertirli nei più anonimi e politicamente corretti “genitore 1” e “genitore 2”: sono stati proprio alcuni istituti a cancellare queste parole dalla propria modulistica e dai libretti delle giustificazioni o a diffondere nelle scuole elementari le fiabe gay. Lo scopo ultimo di questo folle progetto è la creazione di un uomo senza identità, amorfo e resettato, manipolabile e fluido, una pedina di quell’omologazione assoluta fondata sul pensiero unico e allineato. È un attacco al cuore della nostra civiltà e del suo pilastro storico: quella famiglia che rappresenta la prima cellula comunitaria della società. Il comma 16 del testo della “Buona scuola”, in nome della lotta alla discriminazione, rimanda alla legge 119 del 2013 che, a sua volta, fa riferimento alla Convenzione di Istanbul e al decreto legge n.93. Il testo non si riferisce alla nozione classica di “sesso biologico”, ma al concetto di “ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti” e di “superamento degli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne o uomini (…) mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa”, oltre all’assoluta necessità di “promuovere una adeguata formazione non solo alle superiori, ma fin “dalla scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”. Abbiamo ritenuto nostro dovere informare le migliaia di famiglie che da domani potrebbero essere coinvolte, attraverso l’educazione scolastica dei propri figli, in questo folle progetto di sovversione della natura e dell’identità. Questa è solo la prima battaglia, domenica saremo alla fiera di Sinalunga per un volantinaggio informativo contro la teoria gender.






giovedì 1 ottobre 2015

L’unica vera marcia è quella degli arditi, vittoriosi, di ritorno dal fronte.


Come ogni anno associazioni di stampo sinistrorso e pacifista, a.n.p.i. e arci su tutte, si ritrovano per la “marcia della pace”. 
Marcia per la Pace - 3 ottobre 2015Quest’anno a Siena si svolgerà il giorno 3 ottobre e il tema viene presentato così dal volantino: “i pellegrini della pace – ricordare per non ripetere – i 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale”. Quindi si ricorderà la grande vittoria italiana nel primo conflitto mondiale con una marcia funebre addobbata con fustigatori lagnanti e penitenti in ginocchio. Difficilmente i giovani italiani che sacrificarono la loro vita sul Carso o nei valichi alpini ne saranno felici. 
I partecipanti a questo rito annuale forse scordano che l’Italia si completò proprio grazie a questa guerra, che come tutte le guerre è sanguinosa e denuda l’uomo di ogni dignità ma non per questo va rinnegata e relegata ad un misero piagnisteo. I ragazzi che con il coltello tra i denti attaccavano le trincee austriache vanno elevati a eroi e non compianti. Il loro sacrificio ha permesso di avere l’Italia come la conosciamo oggi e quindi per ricordarli degnamente si dovrebbero festeggiare le loro gesta e cospargere i loro sepolcri con petali di rosa, non con lacrime di coccodrillo per il solo motivo che nell’Italia ipocrita di oggi esser buoni e misericordiosi è di moda e fa molto radical chic. 
Se vi fossero ancora dei reduci in vita sicuramente non esiterebbero ad insegnare a questi “marcianti pacifisti” cosa sia “l’interventismo”. 
Risparmiateci la vostra morale qualunquista ed evitate queste pagliacciate! 
La Prima Guerra Mondiale l’abbiamo vinta e la vogliamo festeggiare ricordando i nostri caduti con tutti gli onori possibili. 
Eia! Eia! Eia! Alalà!