Come ogni anno associazioni di stampo sinistrorso e
pacifista, a.n.p.i. e arci su tutte, si ritrovano per la “marcia della pace”.
Quest’anno a Siena si svolgerà il giorno 3 ottobre e il tema viene presentato
così dal volantino: “i pellegrini della pace – ricordare per non ripetere – i
100 anni dalla Prima Guerra Mondiale”. Quindi si ricorderà la grande vittoria
italiana nel primo conflitto mondiale con una marcia funebre addobbata con
fustigatori lagnanti e penitenti in ginocchio. Difficilmente i giovani italiani
che sacrificarono la loro vita sul Carso o nei valichi alpini ne saranno
felici.
I partecipanti a questo rito annuale forse scordano che l’Italia si
completò proprio grazie a questa guerra, che come tutte le guerre è sanguinosa
e denuda l’uomo di ogni dignità ma non per questo va rinnegata e relegata ad un
misero piagnisteo. I ragazzi che con il coltello tra i denti attaccavano le
trincee austriache vanno elevati a eroi e non compianti. Il loro sacrificio ha
permesso di avere l’Italia come la conosciamo oggi e quindi per ricordarli
degnamente si dovrebbero festeggiare le loro gesta e cospargere i loro sepolcri
con petali di rosa, non con lacrime di coccodrillo per il solo motivo che
nell’Italia ipocrita di oggi esser buoni e misericordiosi è di moda e fa molto
radical chic.
Se vi fossero ancora dei reduci in vita sicuramente non
esiterebbero ad insegnare a questi “marcianti pacifisti” cosa sia
“l’interventismo”.
Risparmiateci la vostra morale qualunquista ed evitate
queste pagliacciate!
La Prima Guerra Mondiale l’abbiamo vinta e la vogliamo
festeggiare ricordando i nostri caduti con tutti gli onori possibili.
Eia! Eia!
Eia! Alalà!
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