Domani, 29 dicembre, ricorrono i 72 anni dal bombardamento americano su Poggibonsi. In realtà i bombardamenti, sul finire del 1943, furono due: uno il 27 e l’altro il 29, raid dettero via ad un’intensa campagna di bombardamenti che andrà avanti per tutta la primavera del ’44. La prima incursione del dicembre aveva come obiettivo la stazione che però rimase “miracolosamente” illesa, al contrario di tanti quartieri civili della cittadina. Dopo il 29 dicembre si conteranno più di cento morti, un numero impressionate di feriti e circa il 75% di edifici distrutti, una carneficina. Per la giornata di domani è stata indetta una commemorazione organizzata dall’Amministrazione Comunale a cui parteciperà anche la locale sezione dell’A.N.P.I. . Tale presenza è quantomeno inopportuna visto che i partigiani erano dalla stessa parte degli anglo-americani e che in vari occasioni erano proprio loro a fornire le coordinate di obiettivi rilevanti agli eserciti stranieri che poi provvedevano a sganciare il loro carico di morte e poco importava se nei pressi vi erano scuole, ospedali o zone residenziali. La partecipazione degli esponenti dell’associazione nazionale partigiani d’Italia sarebbe l’ennesimo schiaffo alla memoria delle vittime e dei loro parenti dopo che qualche anno fa l’ex-sindaco di Poggibonsi Coccheri (PD) dichiarò: “Dobbiamo sempre ricordare questa pagina della nostra storia, che è una delle più dolorose ma è anche una delle più alte e belle.” Parole sicuramente poco delicate, infatti ancora oggi dobbiamo capire cosa ci trovasse di “bello” in una carneficina di civili italiani.
I nostri connazionali caduti meritano rispetto e se l’A.N.P.I. vuole fare un passo verso la memoria condivisa prenda pubblicamente le distanze da quei partigiani che indirizzavano i bombardieri americani e inglesi e soprattutto smetta di ricordare soltanto ciò che gli fa più comodo (e come gli fa comodo).
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